Articoli su Borgo Rotondo

 dicembre 2008
 
LA NOSTRA STORIA:
Il Museo Archeologico Ambientale

di Chiara Serra

2 maggio 2004. Cosa è successo? Data importantissima! Infatti, in quel giorno, fu inaugurato il Museo Archeologico Ambientale di San Giovanni in Persiceto. Museo che racchiude reperti del territorio di Terre d’acqua, che hanno permesso di comprenderne l’evoluzione insediativa e la trasformazione dell’ambiente nel corso del tempo. Grazie a studi archeobotanici sono stati anche possibili il recupero, la conservazione e il restauro di reperti organici.
Per noi persicetani è stata importante la realizzazione di questo Museo perché racchiude una parte della nostra storia ed è molto curioso scoprire le radici del territorio in cui viviamo! Sicuramente tutti conoscono Porta Garibaldi, comunemente detta “Porta di Sotto”, ma forse troppo intenti a correre a causa di una vita frenetica, non ci siamo mai fermati ad osservare che il nostro Museo è ubicato proprio lì. Sì proprio all’interno di quell’edificio che nel corso del tempo ha assunto vari nomi: si chiamava “Porta San Tommaso” perché immetteva su una chiesetta dedicata a tale Santo, poi “Porta Ferrara”. Nel 1826, in seguito a vari restauri della precedente struttura medievale, fu demolito l’antico edificio e nel 1830 su progetto dell’architetto Filippetti, venne costruita l’attuale Porta con incorporate le carceri mandamentali e l’abitazione del custode; nel 1887 a conclusione di una grande festa popolare e patriottica la Porta venne intitolata a Garibaldi. Solo negli anni 1960-’64 cessò la funzione di carcere e divenne deposito di pretura, finché nel 1985 circa venne risistemato da un gruppo di volontari, come sede del futuro Museo Civico Archeologico.
La storia del nostro Museo ha quindi origine a partire dagli anni ’80 del ’900 grazie ad un gruppo di studenti che dal 1982 con passione e dedizione iniziarono a sistemare la sede, a lavorare su materiale rinascimentale e a fare ricognizioni di superficie.
Questi studenti, ricercatori e volontari han ceduto il passo ad altri studenti, ricercatori e volontari finché si arriva al maggio 2004, data dell’inaugurazione del Museo.
L’apertura del Museo Archeologico Ambientale è stata possibile anche grazie all’Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali dell’Emilia Romagna, alla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna, al Centro Agricoltura Ambiente, al Lions Club di Persiceto e a tutti gli appassionati che da oltre 20 anni hanno creduto nel Museo.
Va bene, mi direte voi, ma cosa si trova all’interno di questo luogo così denso di storia? Prima di tutto mi è d’obbligo puntualizzare che l’assetto delle carceri è rimasto inalterato, quindi coloro che han già visitato il Museo si son trovati a contatto anche con un edificio storico e questo grazie ad una certa sensibilità culturale che ha fatto sì che il Museo non andasse a stravolgere ciò che già esisteva. Inoltre le celle carcerarie, in un certo senso, sono state molto utili durante l’allestimento del materiale, poiché sono diventate oggi i piccoli ambienti dove si trovano le vetrine espositive dei reperti archeologici ed archeobotanici di età romana, medievale e rinascimentale, che sono proprio le tre sezioni in cui è articolata l’ esposizione all’interno del Museo. I reperti esposti sono stati selezionati e inventariati da giovani appassionati che hanno sistemato, in vari mesi di lavoro, tutti i materiali accatastati da lungo tempo nei magazzini del Museo.
Ma da dove veniva quel materiale?
Facciamo un salto indietro nel tempo (tanto per essere in tema) e scopriamo che dalla fine dell’800, in seguito all’Unità d’Italia, l’interesse per l’archeologia dell’area bolognese si risvegliò, e iniziò così una stagione di studi volti alla rivalutazione del proprio patrimonio artistico e storico. Anche le ricerche archeologiche nel territorio persicetano vedono alcune tappe fondamentali: nel 1853 vi fu l’individuazione di una villa romana presso Castagnolo di San Giovanni in Persiceto, nel 1885 Torquato Costa segnala il sito protostorico del Montirone di Sant’Agata Bolognese, dove poi il professor Edoardo Brizio negli anni 1899-1900 eseguirà gli scavi. Nel 1891 venne alla luce il sepolcreto villanoviano di San Giovanni in Persiceto (via Biancolina).
Una ripresa delle indagini archeologiche si avrà nel secondo dopoguerra: nel 1948-’49 e nel 1970-’71 con i sondaggi in via Zenerigolo Vecchia a San Giovanni in Persiceto (villaggio età del Bronzo); nel 1970-’71, 1983-’86 e 1993-’94 con le ricognizioni di superficie in area centuriata romana nelle campagne tra Persiceto e Sant’Agata Bolognese; nel 1981, 1987-’88 e 1990 con gli scavi di tre fornaci rinascimentali a Persiceto; nel 1994 con i sondaggi in Piazza del Popolo a Persiceto; nel 1994-’97 con lo scavo di un villaggio fortificato medievale a Crocetta (Sant’Agata Bolognese); nel 2004 con lo scavo archeologico in via Imbiani a Persiceto e il ritrovamento di tombe villanoviane; sempre nel 2004 con lo scavo della terramara della Crocetta a Sant’Agata Bolognese; nel 2005 con lo scavo archeologico nell’ex Ospedale con ritrovamento di una fornace ed una abitazione rinascimentale (Persiceto); nel 2006 con lo scavo archeologico in via De Maria (Persiceto) con la scoperta di livelli medievali e rinascimentali. Ecco quindi ripercorsa brevemente la storia del Museo e di ciò che esso custodisce. Il Museo però non è solo questo poiché per far sì che la storia continui a vivere, organizza alcuni eventi veramente i nteressanti; uno di questi è avvenuto in occasione della Festa della Storia. I meglio informati sapranno che nelle domeniche 12 e 19 ottobre 2008 il Museo Archeologico Ambientale ha organizzato 2 giornate molto speciali a ingresso gratuito. Mi basta riportare i titoli degli eventi per innescare inevitabilmente in ogni lettore una certa curiosità: Domenica 12 ottobre 2008 “Borghi antichi, canali sotterranei, orti e giardini. Passeggiata alla scoperta del centro storico di San Giovanni in Persiceto.”
Domenica 19 ottobre 2008 “Cibi, aromi e profumi dimenticati… viaggio all’interno del museo alla scoperta della cucina e dell’alimentazione del nostro passato” Belli vero? Beh ancora più bello è stato parteciparvi!
Domenica 12 ottobre, è stato come fare un tuffo nel passato, viaggiare nel tempo alla scoperta delle origini di Persiceto. Guidati dal preparatissimo Fabio Lambertini abbiamo fatto tappa nei punti salienti di Persiceto dove oggi c’è testimonianza di quello che fu un tempo.
Sono molte le curiosità emerse, ma soprattutto è stato davvero magico guardare con occhi nuovi ciò che vediamo tutti i giorni e per abitudine non ci soffermiamo mai ad osservare fino in fondo. Quante volte sono passata per Corso Italia in bicicletta e mai mi sono fermata a pensare al dislivello che vi è fra la piazza e le due Porte, tanto che dopo aver pedalato e pedalato da Porta Vittoria, una volta giunta in piazza per arrivare a Porta Garibaldi si può quasi non pedalare perché vi è una piccola discesa, per precisione il dislivello è di circa un metro.
Trovo fantastico fare queste piccole scoperte che cambiano per un attimo la prospettiva del tuo paese.
Ma procediamo per gradi, durante la visita abbiamo imparato che il territorio del Comune di San Giovanni in Persiceto fu abitato fin dalla preistoria, come attestano numerosi ritrovamenti; l’occupazione da parte dei romani è testimoniata dalle superstiti trame della centuriazione (I secolo a. C.- I secolo d. C.), non esiste invece traccia o testimonianza di un centro abitato.
In epoca bizantina arrivarono i Longobardi e Liutprando nel 727 circa conquistò il castrum Persiceta, prima di quell’anno il toponimo non è documentato. È probabile che risalga proprio ad allora la caratteristica forma del nucleo del centro storico di Persiceto: il Borgo Rotondo, difeso da un terrapieno con palancati lignei e un fossato.
Interessante è stato venire a conoscenza del fatto che un tempo l’attuale Piazza del Popolo non esisteva ma l’antica Pieve romanica era costruita a ridosso degli altri edifici.
Durante la nostra passeggiata ho scoperto altre notizie curiose e degne d’interesse, che ora brevemente vi svelerò. Tutti avrete in mente Porta Vittoria, ebbene si dice che forse sia stata costruita al contrario, in altre parole la facciata esterna corrisponderebbe a quella prevista per l’interno e viceversa! Il disegno dell’architetto Carlo Dotti era stato male interpretato dai costruttori.
Pensate ora all’appuntamento settimanale che molti di voi hanno al mercoledì con il mercato, bene, sappiate che Persiceto un tempo aveva un grande potere economico e questo è testimoniato dal fatto che certi documenti “raccontano” che Persiceto (e pochissime altre città italiane) godeva di un mercato prima mensile, poi addirittura settimanale e proprio nella giornata di mercoledì; evidentemente la tradizione è stata portata avanti fino ai giorni nostri. Ciò va letto come simbolo di grande potere poiché le altre città italiane facevano mercato solo una volta all’anno.
Persiceto era quindi un luogo molto fiorente, ricco e forte; quando passò sotto il dominio politico di Bologna ci fu una prima fase tra i secoli XIII e XIV in cui il “castello” di San Giovanni in Persiceto si ampliò con la formazione di una seconda cerchia fuori del Borgo Rotondo e con la creazione di altri borghi esterni, circondati, come il castello, da fosse, palancati e porte. In un secondo momento invece nei primi anni del XV secolo i persicetani si ribellarono al dominio dei bolognesi; Bologna aveva paura del potere che Persiceto stava conquistando così deliberò di distruggere i borghi esterni e i relativi palancati e di abbattere tutte le costruzioni che potessero servire da fortilizio. Si pensa infatti che nella zona dove ora ha sede le residenza delle suore Minime in via Della Rocca 4, vi fosse una rocca difensiva verso Bologna.
Eccoci arrivati a domenica 19 ottobre. Laura Pancaldi ha guidato la sua “truppa” alla scoperta dei reperti del Museo parlando del nostro territorio e soffermandosi sulla cucina, mostrando gli oggetti d’uso domestico (ceramiche, pietra ollare, ma anche strumenti in metallo) connessi alla preparazione e cottura dei cibi. Olle di dimensioni diverse, pentole, tegami, vasi cilindrici… ma la vera “chicca” è un recipiente a forma di coperchio, in ceramica, usato come fornetto portatile per la cottura del pane o per riscaldare i cibi. Laura poi ha letto alcune ricette per avere un’idea dell’alimentazione dei nostri antenati; nella nostra zona erano presenti molti cereali (miglio, orzo, farro, grano) e legumi così come la frutta sia secca come noci e nocciole, che non, come uva, more, pesche, prugne e fichi.
Sono tante altre le informazioni che vorrei raccontarvi, ma il nostro viaggio finisce qui. Spero di avervi incuriosito e quindi invogliato a far visita al Museo Archeologico Ambientale, patrimonio importante per Persiceto perché custodisce e valorizza il nostro territorio. Il Museo vi aspetta ogni domenica dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19, siete pronti? E allora viaaaaa tuffatevi con passione nella nostra storia.

fotografie e disegno concessi dal Museo Archeologico Ambientale di San Giovanni in Persiceto (BO)

ritorna | homepage |